
Ha da poco compiuto 5 anni, ma Emule rimane una certezza (almeno in Italia) per quel che riguarda il software P2P.
Un recente studio della fondazione Luigi Einaudi ha infatti rilevato dati significativi ma non del tutto inaspettati.
In Italia, infatti, il 51% dei file scaricati illegalmente dalla rete provengono dal network di eMule.
Al secondo posto staccato di un bel pò, c’è con il 25% WinMX, poi (sempre sul “podio”) con il 13% si presenta KaZaA e quarto, nonchè ultimo con solo il 2,7% c’è Bittorrent.
La ricerca effettuata, tende anche a sottolineare come il download illegale di musica comporti grosse perdite, si evince infatti che il 30% di coloro che effettuano file-sharing in modo illegale ha ridotto la diffusione di supporti come CD e DVD, che essi stessi hanno smesso di comprare.
Solo il 6% degli intervistati sostiene che la condivisione di file aumenti la probabilità di acquisto di questi supporti.
Questo tipo di problema che in gergo è anche definito warez è sempre in voga ma nonostante le diverse iniziative e gli ammonimenti che la RIAA (Recording Industry Association of America) ha lanciato ai networks P2P si sono avuti scarsi risultati o in alcuni casi anche pessime figure.
Ritornando all’analisi del sondaggio, il motivo per il quale Emule sia così amato da noi italiani non è chiaro, anche se considerando che il 68% degli intervistati ha ammesso di avere delle conoscenze di base sul mondo della tecnologia ha senso il fatto che si scelga un programma di file-sharing (come Emule appunto) che non richieda il port forwarding o altri tipi di configurazione troppo complessi.
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Fonte | HWupgrade