Arrestato in Germania il gestore di un server Tor, la piattaforma che garantisce l’anonimato online
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Tor è un servizio che offre server proxy anonimi gratuitamente a chiunque desideri partecipare al progetto (ne ho parlato tempo fa). Navigando in rete attraverso il suo network potete essere al sicuro dall’analisi del vostro traffico Internet da parte di terzi, perchè Tor rimbalza tutte le vostre comunicazioni attraverso una serie di server chiamati onion router. Purtroppo la polizia tedesca evidentemente non è molto esperta di faccende informatiche e soprattutto è pilotata da un governo che ha dato numerosi segni di tecnofobia. Non capendo molto bene di cosa si trattasse, infatti, ha arrestato qualche settimana fa l’amministratore di uno dei server di questo network, accusandolo di aver detto su un forum di poliziotti (!!!) di voler piazzare una bomba. Chiaramente il poveraccio non era un dinamitardo, ma purtroppo le minacce anonime erano passate casualmente attraverso il suo server.
Tor è un progetto molto importante, sponsorizzato dalla Electronic Frontier Foundation, che oltre a garantire l’anonimato a noi fortunati occidentali permette anche ai dissidenti di paesi repressivi di esprimere la propria opinione sulla rete senza lasciarci le penne. Il server dell’arrestato, il cui nome è Alexander Janssen, smista ogni giorno oltre 40 GB di traffico anonimizzato. Una notte del mese scorso, dopo essere tornato a casa ancora un po’ brillo per i divertimenti della serata, ha sentito bussare violentemente. Una volta aperta la porta è stato immediatamente ammanettato, e accusato di aver minacciato di voler compiere atti terroristici. Gli agenti della polizia tedesca hanno perquisito ogni angolo della sua dimora, compresa la biancheria della moglie, e hanno sequestrato tutti i computer. Ironicamente il server Tor incriminato, attraverso il quale la minaccia bombarola è rimbalzata, non è stato preso: si trovava a 500 km di distanza.
Alexander ha provato a spiegare alla polizia cosa era successo, ma ci è voluto un intero giorno perchè un esperto fosse contattato e presentasse delle scuse al povero amministratore da parte delle forze di pubblica sicurezza.
Ancora una volta i “difensori dell’ordine” di un paese cosidetto avanzato hanno dimostrato la loro ignoranza in fatto di sicurezza online, e messo così in mezzo un povero innocente. E dire che molti corpi di polizia specializzati in crimini informatici si servono proprio di Tor o di servizi simili nel corso delle loro indagini. Alexander stesso ha affermato nel suo blog sarebbe stato sufficiente controllare che il server non fosse un open relay o appunto un servizio di anonimizzazione, una delle prime verifiche che dovrebbero essere compiute in casi del genere.
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Fonte | Il Blog di Alexander Janssen