
A distanza di un anno da un vecchio equivoco che ha provocato tantissimo scalpore e proteste virtuali, ancora una volta Amazon, la celebre libreria online, cade vittima di un altro strano equivoco dovuto alla censura di alcuni testi che non sono più reperibili nel suo store. Alcuni autori pare che abbiano accusato l’azienda di censurare libri su tematiche particolari, senza dare spiegazione alcuna circa i criteri di selezione e censura. Ancora una volta la libertà di espressione viene colpita senza alcuna motivazione palese e diventa un nuovo caso per il World Wide Web.
E’ stato Jess C. Scott, autore di alcuni romanzi, ad accorgersi che Amazon aveva rimosso dal Kindle Store una delle sue pubblicazioni. Amazon si giustifica dicendo che le tematiche di questo libro cozzano con le linee guida della sua libreria online, ma i criteri di una tale selezione rimangono ancora poco chiari. Ma non è certo la prima volta che accade una cosa del genere.
Jess C. Scott pare non sia l’unica vittima di questa “nuova” politica di Amazon, altri autori e altri libri sono scomparsi di recente, e senza alcun avviso. Non è il primo caso e probabilmente ce ne saranno molti altri, anzi

pare che Amazon abbia deciso di potenziare il controllo sui titoli in vendita nella sua libreria, decidendo arbitrariamente cosa vendere, o meglio non vendere.
Ingiusto? Forse, ma l’azienda ribatte con una clausola ben chiara e visibile sul sito: Amazon si riserva il diritto di determinare quali contenuti siano inappropriati.
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